Andare sotto l’acqua è sempre un’emozione indescrivibile, si possono vedere pesci, pareti coloratissime, praterie di posidonia e distese sabbiose a perdita d’occhio. Un ricercatore non va solo a osservare la vita marina, infatti studia le associazioni tra organismi, il comportamento e la presenza o meno di certe specie piuttosto che altre, andando così a stimare lo stato di salute dell’ecosistema marino. I motivi per cui un ricercatore va a studiare gli ecosistemi marini sono molteplici e uno di questi consiste nel valutare l’impatto dell’uomo e dei cambiamenti climatici nel tempo. Le imbarcazioni, il turismo, l’inquinamento e il cambiamento climatico stanno danneggiando i nostri fondali, causando ingenti perdite alla pesca locale. I cambiamenti in mare sono frequenti e repentini, quindi si necessita di raccogliere molti dati e in poco tempo se si vuole prevenire fenomeni di mortalità di massa. Negli ultimi anni sono nate numerose associazioni impegnate nella divulgazione scientifica attraverso corsi di formazione e attività sul campo. Bisogna formare le persone, insegnarli a rispettare la vita in mare e a riconoscere gli organismi marini attraverso la raccolta di osservazioni in maniera riproducibile ed utilizzabile dagli enti di protezione ambientale preposti.
Con il termine “Citizen Science” si intende una Scienza nuova che coinvolge tutti e non solo
gli addetti ai lavori, dove tutti noi siamo chiamati ad agire, affiancando i ricercatori a capire
cosa succede ai nostri mari.