Sempre più italiani sono contagiati dalla passione per la subacquea. Si immergono nei fondali della penisola, ma anche all’estero, per nuotare fra i coralli, insieme a pesci e tartarughe. E’ soprattutto d’estate, quando il Mediterraneo si scalda anche in profondità, che si cerca refrigerio e svago sott’acqua.
Per effettuare delle immersioni sicure gli esperti del DAN (Divers Alert network) Europe suggeriscono 10 regole da seguire, ponendo particolare attenzione all’idratazione, ai traumi dell’orecchio e alla qualità dell’aria nelle bombole.
1. Frequenta corsi di immersione, di primo soccorso, anche NITROX, e di aggiornamento con istruttori qualificati. Inoltre Sottoponiti a controlli medico-subacquei annuali. Anche dopo malattie ed infortuni e dopo lunghi periodi di assunzione farmaci.
2. Ricorda di compensare adeguatamente per non mettere a rischio le orecchie. Durante la discesa verso il fondo, mentre la pressione aumenta, i subacquei devono compensare la riduzione di volume negli spazi cavi dei seni paranasali. Gli infortuni più comuni sono i barotraumi dell’orecchio e dei seni paranasali se la pressione non viene compensata correttamente. Non fare immersioni se si ha il raffreddore o si è congestionati. I sintomi da non trascurare sono uno stato di malessere, ronzio, udito ovattato, nausea, ecc. In questi casi bisogna interrompere le immersioni previste per il giorno o per la settimana.
3.Prima a dopo l’immersione mantieniti idratato bevendo regolarmente acqua o integratori salini. Evita alcol e sforzi intensi. Dopo l’immersione l’azoto residuo continua ad essere eliminato dai polmoni durante la respirazione, ma questo processo è più difficoltoso se il subacqueo è disidratato. Il consiglio è bere un bicchiere d’acqua ogni 15-20 minuti. Assumere sali per via orale e bevande isotoniche, in quanto reintegrano sali ed elettroliti. Questo permetterà ai tessuti del vostro corpo di essere idratati e, di conseguenza, facilitare lo scambio di gas riducendo al minimo la possibilità di malattia da decompressione (MDD). Più acqua si beve, dunque, meno bolle pericolose di azoto si possono creare.
4. Controlla sempre il buono stato ed il perfetto funzionamento di tutta l’attrezzatura, tua e del compagno. Assicurati che sia adeguata all’immersione pianificata. La sicurezza è anche nell’aria, quella contenuta nelle bombole. Quest’aria può essere soggetta a diversi tipi di contaminazione durante la ricarica delle bombole. L’inquinamento da monossido di carbonio è il più pericoloso. I segnali tipici e i sintomi di un’intossicazione da CO sono dolore e sensazione di pressione alla testa, vertigini, nausea, affanno dopo uno sforzo, confusione, guance e unghie arrossate (specialmente in fase iniziale). In casi come questo il sub dovrebbe smettere di respirare dalla bombola contaminata e cessare l’immersione.
5. Indossa sempre il G.A.V., il doppio erogatore, il manometro e porta con te un coltello. Anche se usi il computer, porta con te profondimetro, orologio e tabelle.
6. Immergiti sempre in condizioni meteo-marine favorevoli, con adeguata assistenza in superficie ed in coppia.
7. Immergiti entro i limiti del tuo brevetto: evita profili ‘yo-yo’ e non trattenere mai il respiro durante la risalita.
8. Risali a 9-10 metri al minuto di velocità, utilizza i modelli decompressivi più aggiornati e privilegia i più elevati livelli di ‘conservativismo’.
9. In caso di sospetta malattia da decompressione, va somministrato subito ossigeno al 100% con un erogatore adeguato e per il tempo necessario. Non tentare procedure di ricompressione in acqua.
10. Smettere di fare immersioni 24 ore prima di volare o 12 ore se, ci si è immersi solo una volta.