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La maschera subacquea, sia nelle immersioni che nello snorkeling e nell’apnea, è il componente forse più importante dell’attrezzatura. Tuttavia, talvolta, non viene data la giusta importanza a questo accessorio.

Sin dai primi esordi nelle immersioni subacquee l’uomo ha dedicato attenzione ed ingegno alla maschera. Le prime erano costituite da una semplicissima gomma ad anello, una cinghia elastica o cinghiolo ed un vetro grande, frontale ed unico. Nelle versioni più elaborate era disponibile l’incavo per le dita intorno al naso per favorire la compensazione.

Oggi le varie case costruttrici di attrezzature offrono svariati modelli, forme e misure, costituite da materiali innovativi, anatomici, ad una sola lente o due separate, o con aggiunta di lenti laterali ed inferiori.

La domanda rimane invariata nel tempo, ma quali devono essere le accortezze per scegliere una buona maschera?

La prima scelta deve essere quella legata al volume interno ed al campo visivo. Mentre il volume contenuto è la prerogativa principe dell’apneista, il campo visivo ha invece priorità nelle immersioni.

Come seconda caratteristica, ma talvolta da considerarsi anch’essa come principale, abbiamo la vestibilità. La perfetta aderenza al viso, il così detto “effetto ventosa” e la comodità sono determinati, in tutte le attività subacquee. Un immersione può essere ricordata per tantissimi aspetti legati alla fauna ed alla flora presente sul posto, ma una maschera che si allaga o che dopo pochi minuti inizia a dar fastidio o dolore su una parte del viso non si scorda facilmente.

L’immersione da ricreativa e rigenerante può diventare un inferno ed una ragione di stress, invece sempre da evitare.

L’identificazione di una maschera che calza bene non è sempre facile, è soprattutto funzione della nostra forma del volto. E’ necessario in questi casi affidarsi al consiglio di un esperto di immersioni per avere i giusti suggerimenti. La maschera infatti deve aderire bene, ma deve esercitare una pressione omogenea su tutta la parte a contatto con il viso.

Terzo punto è il colore. Talvolta la scelta è data dal gusto personale, ma non deve essere sottovalutato l’aspetto legato alla luminosità interna. Una maschera nera, infatti, permette di creare un ambiente buio intorno all’occhio che rende il mondo esterno più luminoso ed affatica meno la vista. E’ un po’ come l’effetto visiera del cappellino da sole.

In fase operativa ci sono poi due argomenti che meritano un lunga disquisizione, ma qui li accenniamo brevemente. L’appannamento dei vetri e l’utilizzo di lenti ottiche o lenti a contatto per chi porta gli occhiali da vista.

Per evitare una maschera appannata è importante assicurarsi che le lenti siano in vetro e non in plastica, che non siano unte o che non abbiano ancora sulla superficie i residui della lavorazione durante la costruzione. Si possono utilizzare degli sgrassatori spray o il comune dentifricio, importante è lavare bene il tutto a fine trattamento.

Per evitare l’appannamento prima dell’immersione ci sono due alternative, lavaggio delle lenti internamente con la saliva o l’utilizzo di spray specifici.

La possibilità di poter mettere bene a fuoco è una condizione molto importante per godere a pieno dei colori e dei dettagli. Anche con leggeri difetti della vista è sempre raccomandato poter vedere al meglio.

L’ultimo suggerimento è quello di avere sempre una maschera o il cinghiolo di scorta, per evitare di non poter fare l’immersione o dover utilizzare una maschera di fortuna, magari scomoda o che si allaga d’acqua all’interno.