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L’ultimo convegno di Legambiente, oltre che a soffermare l’attenzione su alghe e spiagge, è stato vero e proprio punto di riflessione e analisi di una nuova epidemia che si sta abbattendo sulle colonie di Pinna Nobilis, comunemente conosciute come Nacchere.

Gli esemplari che stanno soffrendo l’attacco di questo ipotetico virus sono quelli osservati ad Alghero, nella baia di Porto Conte, e quelli nei pressi dell’isola di Tavolara ad Olbia. Tuttavia il Mediterraneo presenta questa tipologia di fauna e flora in molte altre zone.

Questa volta sul banco degli imputati non c’è il bracconaggio, l’inquinamento o una errata gestione delle aree marine protette.

Roberto Barbieri, presidente di Legambiente ha spiegato che:

Questi bivalvi si mostrano apparentemente vivi, appena socchiusi e fissati al fondo nel loro ambiente di posidonia, ma molti esemplari sono purtroppo morti. Inoltre stanno morendo soprattutto gli esemplari adulti che sono sempre di più degli individui giovani, con conseguente basso ricambio generazionale. Occorre intervenire subito per capire le cause della moria e per attuare, se possibile, azioni di contrasto. Sarebbe inoltre necessario uno scambio di informazioni tra i ricercatori della comunità scientifica per meglio comprendere la portata geografica del fenomeno.

Sono inoltre da valutarsi le cause dell’arrivo o sviluppo del virus killer, e non si escludono innalzamento della temperatura e scarico delle acque di zavorra delle navi che arrivano da altri mari. Da non escludere, in ogni caso, il canale artificiale di Suez che mette in comunicazione Mar Rosso e Mar Mediterraneo.

Le Nacchere sono inoltre abitat di alcuni crostacei che vi abitano all’interno, come il Pontonia Pinnophylax ed il Pinnotheres Pinnotheres. Due ospiti di piccolissime dimensioni 3 – 10 mm, per i quali si teme ugualmente moria ed estinzione.

Fonte : La Nuova Sardegna