Tempo di lettura: < 1 minuto

Un no secco contro il Piano del Governo croato per la ricerca e la produzione di idrocarburi offshore in Adriatico arriva dalle associazioni ambientaliste che definiscono l’operazione una minaccia il turismo e la pesca italiani che metterebbe a rischio il patrimonio naturale di 112 aree protette dalle norme italiane e comunitarie.

Durante una conferenza stampa Wwf, Legambiente, Fai, Italia Nostra, Lipu, Arci e Marevivo hanno ricordato che sono stati necessari sei mesi dall'inizio della Vas (Valutazione Ambientale Strategica) perché l'Italia e la Croazia si mettessero d'accordo per fare una valutazione transfrontaliera, come chiede l'Europa, sul Piano-Programma di ricerca di idrocarburi in Mare Adriatico preparato dal Governo della Croazia e hanno poi sottolineato che la documentazione depositata non risponde a quanto richiesto dalla Direttiva Vas, ma nemmeno agli obblighi derivanti dalla Direttiva Habitat che chiede la Valutazione di incidenza a tutela della Rete Natura 2000.

Tra le 112 aree protette interessate, sottolineano associazioni e comitati, ci sono sei aree marine protette, un parco nazionale (quello del Gargano), dieci parchi regionali, 31 riserve naturali statali e regionali.