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Il Lusitania, varato in Scozia nel 1906, era stato ideato per essere il transatlantico più grande e più veloce mai costruito: lungo 240 metri, poteva trasporta quasi 2.200 persone e durante il viaggio inaugurale verso New York, durato 6 giorni, stabilì un nuovo record di velocità.

Il 7 maggio mentre si trovava in navigazione verso l’Irlanda dopo aver forzato il blocco imposto dai tedeschi, incrociò il sommergibile U-20 che lo colpì con un solo siluro: nel naufragio, avvenuto in soli 18 minuti, persero la vita 1.201 persone e secondo gli storici l’affondamento sarebbe stato accelerato da una seconda fatale esplosione a bordo del deposito di armi ed esplosivi  inviati di nascosto dagli Usa, al tempo ancora neutrali, all'Inghilterra per sostenerne lo sforzo bellico contro l'Asse.

Da allora il relitto giace in acque territoriali irlandesi, 11 miglia al largo della Old Head di Kinsale ad una profondità di 93 metri.

Ora il miliardario americano Gregg Bemis, che nel 1960 acquistò i diritti del relitto, vorrebbe provare a recuperarlo, attratto dalla prospettiva di impadronirsi della cassaforte della nave e dei preziosi che conterrebbe, tra cui anche delle tele di Rubens, ma il governo irlandese si è messo di traverso e ha imposto un divieto di immersione e di esplorazione nella zona dove si trova il transatlantico inglese. Secondo le autorità l’ordinanza è stata necessaria per tutelare la vita dei cercatori di tesori, la presenza di reti da pesca che avvolgono la nave, la profondità, la gelida temperatura della acque e le forti correnti oceaniche, infatti, sono fattori metterebbero a grave rischio la sopravvivenza dei temerari subacquei che osassero immergersi per esplorare questo relitto. Ma di certo Gregg Bemis non rinuncerà tanto facilmente al suo progetto, e ora la disputa rischia di essere solo all’inizio.