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Secondo uno studio pubblicato su Scientific American, nell’ultimo secolo l’intervento delle attività umane ha avuto un effetto negativo sulle popolazioni ittiche e i pesci predatori sono diminuiti di oltre due terzi, a causa dell’eccessivo sfruttamento delle risorse il mare è stato letteralmente saccheggiato  e cernie, tonni, pesci spada e squali sono finiti sulla nostra tavola lasciando un vuoto nella catena alimentare.

Purtroppo oggi molte specie di pesci predatori sono stati inseriti nella lista rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) secondo la quale rischiamo di scomparire per sempre il 12 per cento delle specie di cernia, 11 per cento di tonno, marlin e istioforo e il 24 per cento delle specie di squali e razze.

Purtroppo la diminuzione o, nella peggiore delle ipotesi, la scomparsa di specie predatorie potrebbero avere effetti incalcolabili sulla catena alimentare marina, si tratta  infatti di specie che  mantengono in equilibrio intere popolazioni di pesci “preda” ed una loro perdita potrebbe causare la distruzione di interi ecosistemi oceanici.