Nel 1900, grazie alla segnalazione di un gruppo di pescatori, nelle acque circostanti l’isolotto roccioso di Antikythera a sud del Peloponneso venne scoperto il relitto di una nave risalente al I secolo a.C. adibita al trasporto di oggetti preziosi, tra cui statue in bronzo e marmo.
Fra i reperti rinvenuti il più celebre fu denominato la macchina di Antikythera, un misterioso e complicato meccanismo formato da una serie di ruote dentate, ricoperte di iscrizioni, il cui utilizzo venne fscoperto solo nel 1951.
Ora una missione è di nuovo in partenza per l’isolotto greco dove gli archeologici sperano che, grazie alle nuove tecnologie in dotazione al team di ricerca, sia possibile estrarre dal relitto di Antikythera i segreti che ancora conserva.
La spedizione americana di archeologi subacquei esplorerà infatti i fondali utilizzando Exosuite, lo scafandro supertecnologico realizzato in alluminio sviluppato dall’American Museum of Natural History di New York. Exosuite sarà in dotazione ai ricercatori per sole due settimane, e i subacquei dovranno quindi lavorare duramente per individuare fra i resti del relitto un meccanismo uguale a quello recuperato nel 1900 che sono convinti si trovi ancora sul fondo del mare.
La macchina di Antikythera, oggi conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene, è ritenuta il computer più antico mai realizzato, le sue ruote dentate non solo calcolavano il sorgere del sole, le fasi lunari, i movimenti dei cinque pianeti conosciuti, gli equinozi, i mesi e i giorni della settimana, ma grazie ai suoi ingranaggi era possibile determinare addirittura le date dei Giochi Olimpici.
Vedremo quindi se, come sperano gli archeologi, le acque greche restituiranno un’altra macchina simile a questo prodigio tecnologico dell’antichità.