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Il Marsili, il più grande vulcano sottomarino d'Europa e del Mediterraneo che si estende sui fondali del mar Tirreno, tra Calabria e Sicilia, per una lunghezza di 70 chilometri e per una larghezza di oltre 30 è ancora in attività.

Questo è quanto afferma uno studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale che comprende Istituto per l'ambiente marino costiero del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Iamc-Cnr) e Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma (Ingv) e pubblicato di recente sulla rivista Gondwana Research.

Durante la campagna di esplorazione condotta dagli studiosi è stata prelevata ad una profondità di 839 metri una colonna di sedimento che ha evidenziato due livelli di ceneri vulcaniche dello spessore di 15 e 60 centimetri, la cui composizione chimica risulta coerente con quella delle lave del vulcano. Fino ad oggi si pensava che il Marsili avesse cessato la sua attività circa 100.000 anni fa ma, dall’esame al carbonio 14 dei gusci contenuti nelle ceneri, è emerso che l’età dei sedimenti analizzati  è di 3.000 e 5.000 anni. Queste datazioni testimoniano quindi l’attività del vulcano in tempi molto più recenti e  a questo punto sono necessarie nuove ricerche per implementare un sistema di monitoraggio che possa valutare l'effettiva pericolosità connessa a una possibile eruzione sottomarina.