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Nei primi giorni di ottobre la Soprintendenza del Mare e l’Università di Sassari hanno condotto nelle acque dell’isolotto di Isola delle Femmine in provincia di Palermo un’indagine subacquea con lo scopo di individuare le tracce che gli uomini hanno lasciato nel corso dei secoli. Le testimonianze più evidenti risalgono ad età romana, come testimonia un complesso di vasche destinate alla lavorazione del pescato e alla produzione del garum, già analizzate nel corso dell’ultimo decennio dagli studi condotti dall’archeologo Roberto La Rocca della Soprintendenza del Mare. Dalle informazioni ritrovate sino ad oggi, la presenza umana in queste acque fu intensa soprattutto tra il IV sec. a.C. e il IV sec. d.C. ma sono stati ritrovati reperti risalenti anche ad epoche precedenti.

Verrà quindi realizzata una mappa dei fondali per comprendere meglio quali siano le comunità umane che si sono avvicendate sull’isola nel corso dei secoli.
Per la regione Sicilia ha partecipato alle operazioni e seguirà anche la fase di mappatura Roberto La Rocca, rlarocca@regione.sicilia.it, già autore degli studi sin qui condotti.