Nel 2005 i militari della Guardia di Finanza individuarono nel Golfo di Taranto, presso lo Scoglio di San Nicolocchio nelle acque delle Isole Cheradi, un relitto risalente al XIV-XVI secolo. Dove ora rimane solo questo scoglio fino a pochi decenni fa sorgeva un isolotto, sede di un monastero, e molto probabilmente le navi in transito sostavano in queste acque per un’ultima preghiera prima di prendere il largo.
Qualche giorno fa il Soprintendente Archeologo del Museo Marta di Taranto ha annunciato il recupero dei legni della chiglia, delle murate esterne e delle numerose ceramiche sparpagliate nelle prossimità e all'interno dello stesso relitto. Sui reperti gli studiosi hanno trovato segni evidenti di un incendio che, con tutta probabilità, fu la causa dell’affondamento dell’imbarcazione.
Il relitto rimarrà in restauro per 24 mesi in un laboratorio specializzato nel recupero di materiali organici di provenienza subacquea e subirà un trattamento di lavaggio e consolidamento dopo il quale potrà finalmente essere esposto a Taranto in una location ancora da individuare.