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È stato arrestato a Palazzolo sull’Oglio Giovambattista Pesce, 58 anni, di Ceriale (SV), ex coralllaro ed ex assessore ai lavori pubblici della cittadina ligure. I carabinieri di Palazzolo, in collaborazione coi colleghi di Alassio, sono riusciti a scoprire la sottrazione indebita dei reperti grazie ad un informatore che ha segnalato alle autorità una foto inviata da Pesce su Facebook che ritraeva una delle preziose anfore sottratte da uno dei relitti romani che giacciono nei fondali dell’Isola Gallinara ad Albenga.

Anche un appuntato di Palazzolo, che si era recato a casa dell’arrestato a seguito di una denuncia per furto di quest’ultimo, aveva notato il reperto archeologico ed è stato così possibile far scattare una perquisizione durante la quale sono state rinvenute tre anfore nella casa di Ceriale e prove video inconfutabili all’interno del pc di Pesce, che aveva pensato bene di riprendere le sue criminali gesta subacquee. Le due navi romane, che giacciono ad una profondità compresa fra i 40 e i 50 metri, sono uno dei siti archeologici subacquei più importanti dei nostri mari e, grazie alla mappatura subacquea eseguita dai sommozzatori dei Carabinieri all’epoca del rinvenimento, è stato possibile constatare che oggi, a 5 anni dalla scoperta dei relitti, sarebbero ben 31 le anfore mancanti.

Ora Giovambattista Pesce è stato arrestato e altre sei persone sono state denunciate: fra loro, i familiari dell’uomo che, appena uscito dalla procura dopo l’interrogatorio, si sarebbe recato a Bologna dove vivono i figli e con la loro connivenza avrebbe distrutto un’anfora del I secolo, ancora integra, con l’intento di distruggere le prove a suo carico.