Si è svolta dal 10 al 12 aprile a Berlino l’International Conference on Prevention and Management of Marine Litter durante la quale si è discusso dell’inquinamento dei nostri mari e dei suoi effetti sulle creature marine e sul pianeta. Secondo gli ultimi studi,infatti, i numeri di questo fenomeno che sta soffocando gli oceani sono davvero da allarme rosso.
Più del 56% della superficie del Mediterraneo contiene micro particelle di plastica e la maggiore concentrazione di queste sostanze è stata rilevata nelle acque dell’Area Marina Protetta di Portofino, in Liguria. La plastica ha contaminato purtroppo la maggior parte degli animali marini: ben l’83% delle creature che vivono nei nostri mari contengono oggi tracce di sostanze plastiche.
Alla conferenza di Berlino hanno presentato i risultati dei loro studi anche i ricercatori del gruppo Operazione Squalo Elefante, che hanno realizzato il primo studio sul campo dedicato allo Squalo Elefante nel Mediterraneo realizzato dall'associazione MedSharks e dal Settore Conservazione Natura di CTS con il sostegno della Fondazione Principe Alberto II di Monaco.
I risultati hanno provato che i rifiuti abbandonati hanno contaminato anche questo gigante dei mari che si ciba esclusivamente di plancton inghiottendo però purtroppo anche la plastica che galleggia copiosa in mare. I tossicologi dell'Università di Siena hanno trovato tracce di ftalati nel tessuto muscolare degli squali, additivi aggiunti alla plastica durante la lavorazione: segno inequivocabile che gli animali, oltre ad avere inghiottito la plastica, l'avevano anche assimilata. Quali siano gli effetti di questa contaminazione non è ancora chiaro, ma è noto che queste sostanze possono alterare la produzione di ormoni.
Purtroppo l’inquinamento causato dai rifiuti marini mette a rischio tutta la catena alimentare che arriva fino a noi che ci cibiamo dei pesci contaminati e ad oggi non ci sono ancora informazioni e dati certi sui rischi che la nostra salute corre a causa di questo avvelenamento silenzioso.
Intanto, migliorare la gestione dei rifiuti attraverso il riciclo e il consumo consapevole di sostanze inquinanti come detergenti e cosmetici, ridurre gli sprechi causati dai packaging dei prodotti e smaltire in modo appropriato tutti i piccoli rifiuti di plastica, che spesso vengono sottovalutati, sono le accortezze che tutti possiamo mettere in atto per preservare i nostri mari e la nostra salute.