Lo scorso 17 gennaio la dragamine della marina americana USS Guardian si è incagliata nella barriera corallina di Tubbataha, nelle Filippine, provocando uno squarcio e distruggendo, ad una prima stima approssimativa, almeno 1.000 metri quadrati di barriera corallina.
L’Area Marina Protetta di Tubbataha, che comprende 97.000 ettari di mare fra Malesia, Indonesia, Filippine, Papua Nuova Guinea e Isole Salomone, è una delle zone del pianeta con maggiore biodiversità: qui vivono infatti il 30 % delle barriere coralline di tutti i mari e il 35% dei pesci di barriera e il parco è fra i primi dieci siti di immersione al mondo per la bellezza dei suoi fondali.
Per cercare di contenere i danni le autorità locali hanno organizzato una task force in collaborazione con la Marina degli Stati Uniti coinvolgendo nelle operazioni squadre della Guardia Costiera locale e 14 subacquei. Secondo le dichiarazioni del Sovrintendente del Parco Marino, le forze armate statunitensi si trovavano all’interno dell’area protetta senza aver ottenuto i permessi indispensabili per entrare nel parco di Tubbataha, zona di mare a protezione totale, e l’amministrazione ha annunciato che l’esercito americano verrà quindi multato anche per accesso non autorizzato.
Il Presidente delle Filippine Benigno Aquino ha dato disposizione che vengano immediatamente rimossi i 68 dragamine che si trovano attualmente nell’area e al momento per la rimozione della nave incagliata si stanno considerano tre diverse possibilità che prevedono rispettivamente il trascinamento della nave, il sollevamento oppure lo smantellamento. Per quanto è stato possibile Il dragamine è già stato alleggerito,eliminando attrezzature e combustibile, e ora sarà una società di Singapore specializzata in operazioni d’emergenza a valutare quale opzione sia preferibile per eliminare il relitto e contenere i danni alla barriera corallina.