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Un nuovo dispositivo in grado di aiutare ad individuare esplosivi presenti sul fondo del mare è stato sviluppato dalla Strategic Environmental Research and Development Program (SERDP) in collaborazione con Sky Research e CSIRO.

Il metodo utilizzato per rintracciare esplosivi subacquei è simile a quello impiegato per scoprire depositi di minerali nelle profondità della terra.

Rispetto ai sensori convenzionali, questo nuovo sensore ad elevata sensibilità fornisce molte informazioni rispetto al campo magnetico dell’oggetto rinvenuto e i dettagli sulla posizione e sulle caratteristiche magnetiche del bersaglio individuato consentono di comprendere la natura dell’oggetto rilevato.

Secondo le ultime stime, sarebbe oltre 10 milioni di ettari le acque costiere contaminate bombe inesplose e questo nuovo dispositivo potrebbe essere davvero utile per le operazioni di bonifica.