Sono stati presentati pochi giorni fa durante una conferenza stampa che si è svolta nell’Area Marina Protetta del Plemmirio gli incredibili reperti venuti alla luce a soli 7 metri di profondità nello specchio d’acqua compreso tra Marzamemi e Vendicari grazie alla campagna di ricerche effettuata dalla Soprintendenza del Mare, alla quale hanno partecipato anche le università statunitensi di Stanford e della Pennsylvania.
Si tratta dei resti di un’antica basilica bizantina, capitelli del III secolo d.C. del diametro di due metri e lunghi fino a 6, oltre che preziosi calici e altri reperti di ogni dimensione, ritrovamenti di elevato valore archeologico, la cui straordinarietà consiste anche nel fatto di essere stati rinvenuti ad una profondità davvero esigua grazie alla quale anche gli studenti americani delle università coinvolte potranno collaborare agli studi realizzando una sorta di campus marino subacqueo.
In una nota il Soprintendente del mare Sebastiano Tusa ha dichiarato «La zona di Marzamemi – Vendicari è nota alle cronache archeologiche subacquee da molto tempo, anzi fu proprio in queste acque che possiamo porre il battesimo di questa disciplina in Sicilia ad opera del grande archeologo Paolo Orsi. Egli, apprendendo da locali pescatori della presenza di colonne sul fondo del mare, con l'aiuto dei palombari della Regia Marina ne recuperò alcune. Una di queste campeggia ancora nella piazza di Pachino».
Ora, grazie anche alla collaborazione con le università americane, l’Area Marina Protetta del Plemmirio punta alla realizzazione di percorsi archeologici subacquei che possano mettere in evidenza le ricchezze archeologiche sottomarine di queste terre aumentando così anche la visibilità internazionale di questa splendida zona del Mediterraneo.