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Nei giorni scorsi Stefano Alessandri, titolare e istruttore di sub dell'Antignano Diving Center di Calafuria, ha segnalato a numerosi canali di informazione lo scempio che alcuni pescatori di corallo hanno compiuto nelle acque livornesi dove sono spariti da un costone roccioso sommerso circa 250 metri quadrati di corallo.

«Da marzo 2011, in meno di tre mesi, sono stati praticamente ripuliti sotto i nostri occhi 3 costoni di 80 metri quadrati l'uno. Si tratta di un corallo poco pregiato che può essere utilizzato per polveri da impasto, e quindi lo scempio è anche maggiore» ha dichiarato Stefano Alessandri.

La Guardia Costiera di Livorno garantisce di continuo il rispetto delle norme che regolano l'attività di pesca del corallo, ma l'attività di prelievo del corallo è regolamentata dal versamento di una tassa di circa 500 euro, previa iscrizione nel registro dei pescatori subacquei professionali al quale non possono iscriversi più quindici operatori che però purtroppo non devono rispettare nessuna limitazione per quanto riguarda profondità, distanze, quantità e misura dei rami di corallo prelevati.

Il grave problema nasce dal fatto che la Regione, entro 12 mesi dall'entrata in vigore della legge doveva approvare i regolamenti di attuazione per la disciplina delle varie attività subacquee, fra cui la pesca, purtroppo però a causa delle consuete lungaggini burocratiche questo regolarmente ancora non c’è. E chi ci va di mezzo in questo caso è la salvaguardia del mare …