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L’ International Shark Attack File, l’istituto dell’Università della Florida che cura le statistiche sugli attacchi degli squali in tutto il mondo, ha diffuso da qualche giorno il rapporto riguardante gli eventi del 2011.

Nello scorso anno si sono verificati nel mondo 75 casi di attacchi definiti non provocati, cioè senza che ci sia stata da parte dell’uomo nessuna azione provocatoria verso lo squalo: per 12 persone si è trattato di incidenti mortali, un numero di vittime che non veniva raggiunto dal 1993 e doppio in confronto alla media del decennio 2000-2010.

In totale, rispetto agli 81 incidenti rilevati nel 2010, c’è stato un calo che però incide in minima parte sul trend che ha visto una crescita costante di questi eventi nel corso del ‘900 a causa principalmente dell’aumento della presenza umana negli habitat un tempo incontaminati di questi predatori.

Il Nord America detiene il primato degli attacchi nel 2011 con 26 incidenti, seguono l’Australia con 11 e il Sud Africa con 5. Le persone che sono state coinvolte nel 60% dei casi stavano praticando surf mentre si trattava di subacquei solo nel 5% dei casi: una buona notizia per noi!