Lo Squalo bianco è uno cacciatori più temibili del regno animale ma fino ad oggi le conoscenze sulle sue tecniche di caccia erano scarse soprattutto a causa della difficoltà che comporta seguire gli squali in mare aperto.
Grazie agli Squali bianchi che vivono e cacciano nelle acque di False Bay in Sud Africa, è stato però possibile realizzare una ricerca il qui scopo era proprio quello di comprendere meglio i metodi di caccia di questo predatore. Da questo studio, realizzato dal dr Neil Hammerschlag , della Rosenstiel School of Marine and Atmospheric Science dell’Università di Miami insieme ai colleghi della British Columbia University, è emerso un nuovo punto di vista che ha messo in evidenza l’importanza dei principi fisici e biologici che intervengono nel rapporto fra preda e predatore nella biologia marina.
In condizione di luce scarsa, il luccichio intermittente della luce attraverso l’acqua agisce lungo il dorso grigio dello squalo facendo in modo che gli squali rimangono invisibili agli occhi delle prede che nuotano in superficie. Dalle ricerche sul campo è emerso che gli squali attaccano la preda preferibilmente dal basso, i bersagli preferiti sono di gran lunga le giovani otarie e l’attività di caccia è più frequente durante le prime due ore dell’alba e va diminuendo con l’aumento della luce che penetrando nell’acqua rende lo squalo visibile.