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I resti della battaglia navale delle Cicladi, che si svolse al largo di Trapani nel 241 a.C. e nella quale i romani sconfissero i cartaginesi ponendo vittoriosamente fine alla Prima Guerra Punica, sono stati ritrovati da un team di subacquei italiani.

Si trattò di una delle battaglie più celebri dell’antichità, col più alto numero di partecipanti che la storia ricordi, ben 200.000, e che segnò una rivoluzione nell’arte della guerra navale, i romani riuscirono, infatti, a sconfiggere i cartaginesi grazie utilizzando navi con 5 file di rematori, molto più veloci di quelle degli avversari, dotate anche di rostri perforanti e passerelle per abbordare i nemici.

Pochi giorni fa, la squadra di ricercatori subacquei, coordinata dalla Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, ha riportato alla luce alcuni elmi dei legionari romani che parteciparono a questa epica battaglia «In un primo momento ne abbiamo avvistati 2 poi, in un'area di soli 200 metri quadrati, a 75 metri di profondità, c'erano altri 10 elmi»- ha spiegato Stefano Ruia, uno degli archeologi subacquei del team – «Si capiva che erano romani per la caratteristica punta. Non molto distante -aggiunge Ruia – abbiamo rinvenuto un rostro romano che probabilmente faceva parte della nave su cui erano imbarcati i soldati che portavano quegli elmi».

Le ricerche subacquee, iniziate nel 2006 con il determinante contributo della Rpm Nautical Foundation, una fondazione statunitense che ha messo a disposizione la nave Hercules, dotata delle più moderne strumentazioni per la ricerca subacquea, hanno riportato alla luce sino ad ora 6 rostri di navi, due cartaginesi e 4 romani.