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Il 29 settembre scorso la commissione europea ha aperto una procedura ufficiale nei confronti dell’Italia lamentando il mancato adeguamento ad una sentenza del 2009 emessa dalla Corte di Giustizia europea che già aveva rimproverato al nostro paese di non vigilare efficacemente sulle modalità con cui operano i pescherecci.

La salvaguardia della fauna e l’eliminazione della pesca illegale sono obiettivi fondamentali per l’Unione Europea e in particolare per la Commissione per Affari Marittimi e la Pesca che ha espresso profondo rammarico per la situazione in cui ancora oggi versa il nostro paese, dove vengono largamente impiegati metodi di pesca ormai illegali in tutta Europa come le spadare.

Se l’Italia non provvederà entro due mesi ad adeguarsi agli standard europei, la Commissione potrà sottoporre il caso alla Corte di Giustizia europea chiedendo multe salate per il nostro paese.