I subacquei del quarto nucleo della Guardia Costiera di Cagliari hanno scoperto pochi giorni fa nelle acque dell’Area Marina Protetta dell’Asinara dei reperti davvero straordinari che, ad un primo esame, parrebbero risalire ad un periodo compreso tra il VI secolo a.C. e il IV secolo d.C.
Durante delle normali operazioni di ricognizione e controllo in una delle tre zone di riserva integrale, i subacquei si sono imbattuti in due pezzi di anfora e in un frammento di quello che probabilmente era una grande bacile. Il frammento di vaso, databile al 500 a.C., il periodo dell’occupazione cartaginese della Sardegna, costituisce sicuramente il ritrovamento più interessante viste le sue peculiarità.
Riproduce, infatti, delle fattezze umane: ha due fori in corrispondenza degli occhi, un naso abbozzato ma ben visibile e nella parte superiore una sporgenza trasversale che, secondo le spiegazioni degli studiosi, potrebbe rappresentare un copricapo.
Secondo il parere degli studiosi le anfore, invece, erano destinate al trasporto di vino, salsa di pesce o pesce sotto sale.
Non manca però una nota dolente, come hanno fatto notare gli autori del ritrovamento, infatti, nonostante l’area si trovasse in una zona dell’Area Marina Protetta totalmente inaccessibile, erano ben visibili tracce recenti di presenza umana, quasi certamente malviventi alla ricerca di reperti per il mercato nero.