Il 25 luglio 1956 l’Andrea Doria, transatlantico varato a Genova 5 anni prima, stava navigando verso New York quando, al largo dell’isola di Nantucket, in Massachusetts, fu speronato dalla nave svedese Stockholm.
L’Andrea Doria, la più grande e veloce nave passeggeri della flotta italiana di linea, era considerata anche la più sicura ma nulla potè nello scontro contro la prua rompighiaccio rinforzata della nave svedese e, con una fiancata completamente squarciata, si coricò su un fianco affondando, dopo 11 ore di agonia, la mattina del 16 luglio.
Quasi tutti i passeggeri sopravvissero, le uniche vittime furono le 46 persone alloggiate nelle cabine investite dalla prua della Stockholm, ma il disastro ebbe grande risonanza su tutti i media internazionali e ancora oggi è noto come uno dei più gravi incidenti navali mai occorsi.
Il mare in cui riposa il relitto è uno dei meno accoglienti, caratterizzato da forti correnti e acque gelide ma dal suo naufragio l’Andrea Doria è diventata meta ambita dai subacquei più temerari che si immergono nelle fredde acque di Nantucket alla ricerca di un cimelio.
Profondità Fatale, il libro di Joe Haberstroth già premio Pulitzer, uscito a marzo per la collana Transiti Blu/Sub di Nutrimenti, racconta proprio del mondo delle immersioni che ruota intorno al relitto dell’Andrea Doria, noto a tutti i subacquei come il più difficile e rischioso al mondo.
Negli anni '90 queste spedizioni divennero un vero business, si moltiplicano le barche che offrivano ai sub crociere sul luogo del relitto e tra tutte, il Seeker, comandato da Dan Crowell, si guadagnò la reputazione di migliore barca appoggio, con centinaia di clienti trasportati ogni anno e il record di oggetti riportati in superficie.
Ma nelle estati del 1998 e del 1999, 5 subacquei, tutti imbarcati sul Seeker, morirono nel corso di immersioni sull’Andrea Doria e Haberstroth racconta qui la loro storia dedicandosi in particolare alla ricostruzione degli ultimi giorni, le loro ultime ore, le aspettative, le telefonate, i propositi, i legami dei 5 esperti subacquei che persero la vita sul relitto più difficile del mondo.