È italiano il primo sistema brevettato in grado di prevedere la generazione di tsunami dopo un terremoto in mare.
Sperimentato nella stazione di rilevamento Geostar installata 3200 metri di profondità nel Golfo di Cadice, con la collaborazione del Cnr, dell'Istituto Nazionale di Vulcanologia e geofisica (Ingv), dell'Inaf e della Tecnomare-Eni, il sistema prevede l’installazione di sensori direttamente sulle sorgenti tettoniche a rischio per monitorarne i movimenti e riconoscere immediatamente l'eventuale generazione di uno tsunami.
L’apparecchio si basa sul controllo del segnale sismico e della pressione e tiene conto dei movimenti del fondo del mare: rileva, misura e registra i cambiamenti che avvengono sul fondo ed è in grado di elaborare i dati per riconoscere variazioni di pressione dell'ordine del centimetro nella colonna d'acqua.
Per inviare l'allerta a terra in tempi brevi l'osservatorio abissale è in collegamento acustico con una boa di superficie e i segnali vengono ricevuti, oltre che dai computer di controllo di Roma, Bologna e Venezia, dall'Istituto meteorologico di Lisbona, dal Centro di Geofisica di Granada e dal Consiglio nazionale per la ricerca scientifica di Rabat.