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Un team di ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) ha condotto uno studio su un gruppo di Zifi per verificare l’effettivo livello di disturbo arrecato a questi mammiferi dai sonar delle navi. E dai risultati pare che il comportamento e i movimenti delle balene possano essere influenzati da queste emissioni sottomarine.

Gli Zifi, chiamate anche balene col becco, sono animali riservati che frequentano prevalentemente le acque profonde in mare aperto, cacciano e si nutrono a grandi profondità e fino ad oggi non era stato possibile condurre uno studio approfondito sull’interferenza fra i sonar e questi cetacei.

Ora però, grazie al lavoro di questo team internazionale, è stato possibile ottenere i primi dati e i risultati suggeriscono che i sonar navali davvero sono in grado di modificare il comportamento e i movimenti delle balene.

L’equipe di ricercatori ha monitorato le risposte delle balene alle esercitazioni navali militari con utilizzo di sonar tattico a media frequenza e, contemporaneamente, sono state utilizzate riproduzioni di sonar simulati: i mammiferi, muniti di dispositivi per registrare movimenti, suoni e orientamento, sono stati così monitorati. Si è potuto in questo modo verificare, per esempio, che ogni volta che le balene venivano esposte al suono del sonar durante il pasto, smettevano immediatamente di mangiare e iniziavano a risalire verso la superficie per allontanarsi dal suono.

La ricerca parrebbe così avvalorare la tesi secondo la quale i numerosi spiaggiamenti che coinvolgono proprio gli Zifi, potrebbero essere causati dall’emersione rapida e non corretta dalle grandi profondità dove le balene si immergono alla ricerca dei calamari.