Gli squali usano diverse strategie e abilità per mantenere un assetto neutro. Non hanno ossa ma hanno uno scheletro di cartilagine che li rende decisamente più leggeri e il fegato è pieno di olio a bassa densità che contribuisce a fornire loro una buona galleggiabilità. Non hanno vescica natatoria ma alcune specie, come lo squalo toro (Carcharias taurus) hanno la capacità di inghiottire aria per migliorare la loro galleggiabilità.
Gli squali hanno differenti tipi di pinne, rigide e cartilaginee: pettorali, pelviche, dorsale, anale e caudale. Le pettorali sono situate sul ventre nella parte anteriore e hanno principalmente la funzione di sollevamento. Le pinne pelviche sono situate dietro le pettorali e servono come stabilizzatori durante lo spostamento mentre la pinna dorsale è quella che appare sulla superficie dell’acqua.
La pinna caudale è quella che comunemente viene chiamata coda, la metà superiore di solito non ha le stesse dimensioni della metà inferiore,e a volte questa differenza è così accentuata che in alcune specie, come lo squalo volpe, la parte superiore della pinna caudale è più lunga del corpo stesso dello squalo.
La maggior parte degli squali è ovovivipara: le uova si schiudono nel corpo della femmina, che poi partorisce i piccoli. Le specie ovipare, invece, depongono le uova nell’ambiente, spesso racchiuse in involucri coriacei dotati di filamenti che servono ad ancorarle alle rocce o alle alghe. Altre specie ancora sono vivipare e i piccoli si sviluppano all’interno della madre, come avviene per i mammiferi; il sacco del tuorlo diventa una sorta di placenta a contatto con la parete uterina e rifornisce l’embrione di nutrienti. Lo sviluppo embrionale richiede più di sei mesi e nello Spinarolo (Squalus acanthias) quasi due anni.
Alla nascita, i giovani di alcune delle specie di maggiori dimensioni superano il metro di lunghezza e sono già nuotatori abili e veloci, capaci di nutrirsi delle stesse prede degli adulti. Durante la stagione riproduttiva gli squali digiunano per lunghi periodi e sopravvivono attingendo alle notevoli riserve di grasso immagazzinate nel fegato; questo evita che essi attacchino i piccoli e i membri della loro stessa specie.