Fino ad oggi sono state scoperte oltre 375 specie di squali, per 30 sono stati documentati attacchi verso l’uomo e, fra queste, solo una dozzina possono essere considerate davvero pericolose per l’uomo: rientrano tra queste lo Squalo Bianco (Carcharodon carcharias), lo Squalo Tigre (Galeocerdo cuvier), e lo Squalo Toro (Carcharhinus leucas).
Gli attacchi degli squali possono essere divisi in due tipologie principali: da una parte troviamo gli attacchi provocati dall’uomo che si avvicina allo squalo per toccarlo e che avvengono perlopiù quando si cerca di liberare un animale da un amo o da una rete.
Ci sono poi invece gli attacchi nei quali è lo squalo ad aggredire per primo, qui possiamo distinguere tre tipologie.
La prima sono i cosiddetti attacchi Hit-e-Run, frequenti vicino alle spiagge dove gli squali si aggirano in cerca di cibo: in presenza di forti correnti, acqua sporca e affollamento può accadere infatti che lo squalo confonda i movimenti degli esseri umani per quelli delle sue abituali prede. Durante questi attacchi lo squalo morde gambe e piedi lasciando però subito la presa, le lesioni che questi morsi causano possono essere anche gravi ma raramente portano alla morte.
Gli attacchi denominati Sneak fanno parte di un’altra tipologia di aggressioni che avvengono di solito in acque profonde; in questo caso la vittima non si accorge della presenza dello squalo e le lesioni riportate possono essere gravi e mortali, soprattutto se l’animale continua ad attaccare.
Infine troviamo gli attacchi Bump-e-Bite: prima di aggredire la vittima, lo squalo incomincia a circoscrivere dei cerchi in acqua urtando la preda con la testa e poi sferra il primo morso. Come nel caso dello Sneak attack, le ferite possono essere gravi e talvolta letali.
In tutto il mondo si contano ogni anno circa 50/70 attacchi, un numero che è cresciuto molto negli ultimi decenni a causa dell’incremento demografico e dell’aumento delle attività sportive acquatiche.
Benché il rischio di essere attaccati da uno squalo sia davvero minimo, ci sono alcuni accorgimenti che possono aiutare a ridurre ulteriormente questa possibilità:
– stare sempre in gruppo e non allontanarsi troppo dalla spiaggia, gli squali tendono ad attaccare maggiormente gli individui isolati;
– evitare di stare in acqua durante il periodo di maggiore attività degli squali, cioè al buio e durante il crepuscolo;
– non entrate in acqua se avete ferite sanguinanti, l’olfatto degli squali è molto sensibile a questo tipo di odore;
– non indossate gioielli scintillanti che potrebbero confondersi con la lucentezza delle squame dei pesci;
– fate particolare attenzione nel caso vi troviate sui banchi sabbiosi in prossimità di ripide scogliere, questi sono i punti di ritrovo preferiti dagli squali;
– evitate naturalmente di fare il bagno se vi trovate in acque dove è stata segnata la presenza di squali.