In Liguria a partire dal Primo gennaio 2011 è stata abrogata la legge regionale n.19 emanata il 4 luglio 2001 che regolamentava tutte le attività degli operatori del turismo subacqueo.
I motivi che hanno portato alla cancellazione della legge sono legati agli oneri economici dei costi amministrativi inerenti alla gestione dell'elenco regionale degli operatori del turismo subacqueo e all'elevato numero di domande di iscrizione che annualmente pervenivano e che richiedevano la verifica della documentazione inviata e le eventuali richieste di integrazioni.
In alternativa, la Commissione tecnica regionale per l'attività subacquea ha richiesto l'istituzione di un tavolo di concertazione permanente sull'attività subacquea.
Quali conseguenze avrà l'abrogazione di questa legge regionale?
Dal momento che la norma, oltre all'albo delle guide, fissava anche i requisiti necessari per avviare attività legate alle immersioni per ora, e fino a nuove indicazioni, non vi sarà più l'obbligo di rispettare i criteri che erano richiesti, e cioè:
– essere in possesso di partita IVA (solo per i centri);
– iscrizione alla Camera di Commercio o in altro registro previsto dalla normativa;
– avere una sede appropriata per lo svolgimento delle attività teoriche;
– avere attrezzature specifiche per le immersioni e per le altre attività autorizzate,
– possedere idonee dotazioni di pronto soccorso;
– stipulare idonea copertura assicurativa.
– avvalersi nell'esercizio della propria attività di guide e istruttori iscritti nell'Elenco Regionale
In pratica, però, per i subacquei che si recano in Liguria non è cambiato nulla: per fare le immersioni nelle aree marine protette (Cinque Terre, Portofino e Bergeggi), infatti, rimarranno in vigore i regolamenti dei parchi che richiedono, per immergersi, la presenza di “guide” quindi di subacquei che, in virtù dei brevetti conseguiti, sono abilitati alla conduzione di gruppi in immersione.