Il corallo rosso della Sardegna avrà presto un percorso di tracciabilità e verranno avviati corsi per formare nuovi operatori che andranno a rinfoltire le fila dei pochi «corallari» che ancora svolgono una professione fra le più caratteristiche e tradizionali dell’isola.
Si legge in una nota della Giunta regionale, che ha approvato la proposta dell’assessore regionale all’agracoltura Andrea Prato, che per la tracciabilità saranno promosse tutte le azioni che consentano di individuare e riconoscere le partite di corallo rosso raccolte nel mare territoriale in tutte le fasi della produzione, dalla raccolta fino alla vendita al dettaglio: «Assieme all'Autorità marittima – ha spiegato Prato – designeremo idonei porti di sbarco vicini alle principali aree di pesca e verificheremo come etichettare il corallo di ogni zona.»
Non è mai esistito un brevetto che abilitasse gli operatori alla pesca del corallo, attività pericolosa che si svolge ad profondità comprese fra gli 80 e 140 metri e l’istituzione di corsi di formazione destinati a formare nuovi operatori viene incontro alle esigenze di molti subacquei che operano in questo settore.