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In base alla nuova direttiva quadro sulla strategia marina, gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno nei prossimi anni mettere a punto un piano efficace per la soluzione di problemi quali la distruzione degli habitat, lo sfruttamento eccessivo della pesca, l’uso sostenibile dei beni e dei servizi marittimi, al fine di conseguire un buono stato ambientale entro il 2020.

Entro il 15 luglio 2010 tutti gli Stati membri avrebbero dovuto designare le autorità competenti per l’attuazione della direttiva ma Grecia e Malta sono in ritardo e ora l’Ue lancia loro un ultimatum: Atene e La Valletta avranno ancora due mesi di tempo per prendere le misure necessarie e adeguarsi alle norme comunitarie, poi la Commissione Ue potrà portarle davanti alla Corte di Giustizia europea.

L’obiettivo della strategia comunitaria per la salvaguardia del mare è quello di garantire la protezione e il risanamento degli ecosistemi marini europei e assicurare la sostenibilità ecologica delle attività economiche connesse all’ambiente marino, un eventuale ritardo nell’applicazione della normativa potrebbe avere gravi conseguenze per la salute dei nostri mari.