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A Carovigno, in provincia di Brindisi si trova uno dei relitti meglio conservati del Mediterraneo che giace a soli pochi metri di profondità sui fondali di Torre Santa Sabina. Da circa 3 anni l’Università del Salento ha ripreso le campagne d’indagine iniziate negli anni ’70 in un’area dove, nel corso dei secoli, numerose imbarcazioni hanno trovato la loro fine dando così vita ad una sorta di cimitero delle navi che attende ora di essere riscoperto.

Nella baia sono stati identificati vari relitti, di epoche diverse e quello meglio conservato si trova appunto a 2 metri e mezzo di profondità a ridosso del costone occidentale e pochi metri dalla riva.

Si tratta di una nave che si arenò secoli fa e nei sedimenti che l’hanno ricoperta, soprattutto nella parte a contatto col fondo della stiva, si sono individuati resti del carico: sono stati rinvenuti infatti contenitori africani della media-tarda antichità, che si collocano tra la fine del III e gli inizi del IV sec. d. C. che testimoniano un trasporto di salse e conserve di pesce prodotte nelle officinae della costa nordafricana e diffuse nel Mediterraneo.

La scoperta è eccezionale per la presenza di elementi del ponte, puntelli, bagli e tavole, che raramente si conservano e qui invece sono stati protetti dai sedimenti provenienti dal vicino canale di acqua dolce.
Al momento i reperti ritrovati sono in parte conservati presso la sala di archeologia subacquea del Museo provinciale di Brindisi e i laboratori per lo studio degli stessi trovano posto presso gli ambienti del Castello Dentice di Frasso del Comune di Carovigno.