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L’amore che il capitano Cousteau aveva per il mare lo portò, nel 1963, a tentare un esperimento che non aveva precedenti e che fu denominato Precontinente 2, l’obiettivo era dimostrare che la realizzazione di una stazione sottomarina in cui vivere non era un sogno impossibile.

Venne scelta la laguna di Shaab-rumi, vicino Port Sudan nel Mar Rosso, e qui furono costruite due case subacquee, una a 10 metri di profondità in grado di ospitare 5-8 acquanauti, l'altra a 26 metri di profondità destinata ad ospitare 2 persone. La miscela respiratoria a circuito chiuso era a base di elio. La casa grande era a forma di stella marina, montata su piedi e zavorrata con piombo e in queste abitazioni i subacquei vissero per quasi 30 giorni.

Ora, a distanza di quasi cinquant’anni, due artisti italiani, Hilario Isola e Matteo Norzi, ricordano la storica impresa nella mostra «A Ballad of the Flooded Museum» che si terrà dal 26 agosto al 10 ottobre a Venezia nel Palazzetto Tito della Fondazione Bevilacqua La Masa, l’evento sarà realizzato col supporto di Contemporary Art Project che si apre in concomitanza con la dodicesima Biennale di Architettura.