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Un relitto del I secolo d.C. carico di anfore è stato scoperto nei giorni scorsi nelle acque di Panarea.

Si tratta di un ritrovamento davvero eccezionale frutto della collaborazione tra la Soprintendenza del Mare, la fondazione Aurora Trust e l’ISPRA, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che ha messo a disposizione la nave oceanografica Astrea.

Già nel 2009 durante la campagna di ricerca condotta con l’utilizzo del side scan sonar era stata rilevata la presenza di due relitti ad oltre 100 m di profondità e la recente scoperta si deve ad una nuova ricognizione effettuata nella notte tra il 24 e il 25 giugno in occasione delle registrazione di una puntata di Pianeta Mare, il magazine in onda su Rete 4.

Fondamentale per questa nuova scoperta è stato l’utilizzo del ROV (Remotely Operated Vehicle) in dotazione alla nave Astrea, uno strumento dotato di telecamere, fari illuminatori e propulsori ad elica capace di inviare in diretta immagini estremamente nitide del fondale.

Ed è stato grazie a questo strumento che davanti agli occhi degli studiosi si è materializzato l’incredibile carico del relitto adagiato sul fondo.

Si tratta di centinaia di anfore risalenti al I sec.d.C., di fabbricazione laziale, adibite forse al trasporto di garum (la salsa liquida composta da interiora di pesce e pesce salato di cui il romani erano ghiotti) o di frutta, oltre che granaglie di vario tipo.
Le anfore si trovano tutte coricate su un lato, in una posizione leggermente diversa rispetto a quella originale nella nave. Probabilmente l’imbarcazione, scivolando sul fondo, si è adagiata su un lato mentre il carico, che si trova ancora nella posizione originale, dimostra che l’affondamento è stato causato quasi certamente da una tempesta che ha fatto imbarcare acqua alla nave.

Per comprendere meglio quale fosse la natura del carico di questa nave romana è stato effettuato il prelievo di un’anfora; potrete vedere le varie fasi di questo recupero e l’emozionante scoperta del relitto in una delle prossime puntate di Pianeta Mare.

E intanto il 15 luglio riprenderanno le ricerche archeologiche nelle acque di Panarea, alla scoperta delle altre meraviglie ancora nascoste nelle profondità dell’isola.