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Raggiungo Tessa Gelisio durante le riprese per una trasmissione, a Linosa, all’ora di pranzo e non disdegna di rispondere a qualche domanda.

Come nasce la passione per il mare?

Sono nata e cresciuta sul mare. Sono nata ad Alghero e, poi, la mia famiglia si è trasferita a Livorno. Sono stata una delle bambine fortunate che vanno al mare da maggio a settembre. Perciò, in realtà, la passione per l’acqua nasce con me e fa parte di me.

Se pur molto giovane, sei riuscita a trasformare questa tua grande passione in una professione. Come ci sei riuscita? Quali sono i passi che ti hanno portato a condurre una trasmissione come Pianeta Mare?

Ho sempre lavorato in associazioni ambientaliste e in enti legati alla cura e alla salvaguardia della natura e degli animali come volontaria. Poi, quando sono diventata giornalista, ho iniziato ad occuparmi di queste tematiche anche per lavoro. Prima di occuparmi di mare e di approdare ad una trasmissione come Pianeta Mare ho lavorato in altre trasmissioni di analogo interesse, come Oasi su La7 o Italia che vai su Rai2.

Quali caratteristiche sia professionali che personali bisogna avere per fare un lavoro come il tuo?

 Per questo lavoro bisogna essere molto determinati e impegnarsi molto. Mi dicono spesso che faccio un bel lavoro, tanto che molti vorrebbero essere al mio posto. Quindi, per poter continuare a farlo devo essere sempre all’altezza. Inoltre, bisogna aver voglia di viaggiare e avere un alto spirito di adattamento.

Oltre agli evidenti aspetti positivi quali sono degli aspetti negativi del tuo lavoro?

Si viaggia tantissimo; l’anno scorso ho passato circa 320gg in albergo. È bello, certamente ma, chiaramente, poi si è costretti a rinunciare a altre cose molte importanti come le amicizie, praticare uno sport o semplicemente passare un po’ di tempo con la mia gatta.

Inoltre si lavora veramente tanto. In pratica, durante le riprese, non si stacca mai e le ore di lavoro sono molte. Spesso si anche in balia delle condizioni atmosferiche che determinano la possibilità di girare e di chiudere i servizi.

Girare i video sott’acqua non è semplice e le riprese sono spesso complicate a differenza di quanto si vede nella trasmissione. Utilizzo anche un granfacciale per comunicare in superficie le esperienze che sto vivendo in presa diretta.


Come ti è venuta l’idea della subacquea?

Ho ereditato questa grande passione da mio padre, uno delle prime persone ad andare sott’acqua 35 anni fa. Quando avevo 16 anni, durante un viaggio in Thailandia, ho fatto le mie prime immersioni e poi da lì è scoccata la scintilla e, da allora, non ho mai smesso di immergermi.

Hai visitato i siti di immersione più belli del mondo, ce n’è uno o più in particolare che ti è rimasto nel cuore?

I siti di immersione che mi sono rimasti nel cuore sono il Sudan e la Nuova Caledonia perché sono incontaminati e ancora selvaggi. Il mar rosso è, indubbiamente, un paradiso per i subacquei, anche se alcune zone sono oggi molto turistiche e, magari, per fare le immersioni occorre fare la coda, mentre il Sudan mantiene ancora la sua bellezza originale. È pieno di pesce di ogni genere e, in particolare, di squali.
 
Che consiglio daresti per essere un bravo subacqueo?

Penso che più di tutto sia importante l’attenzione al partner. Un buon sistema di coppia può costituire la salvezza sott’acqua. Anche se molti trascurano questo aspetto, concentrarsi anche sul proprio compagno è un elemento distintivo di un bravo subacqueo.

Se per lavoro vai in posti meravigliosi sia sot'acqua sia in superficie, che cosa fai quando sei in vacanza?

Quando non lavoro cerco di passare un po'  di tempo a casa, proprio perché normalmente non ci sono mai. Mi piace molto andare a cavallo, leggere, dormire e fare yoga, insomma, coltivare i miei principali interessi, oltre alla subacquea.