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La settimana scorsa la baia di Marina del Rey, in California, è stata il teatro di una singolare pesca: nelle reti dei funzionari ambientali, infatti, sono rimasti una tonnellata di servizi igienici e detriti.

Questo incredibile bottino è stato recuperato sul fondo di una barriera corallina popolata da pesci, aragoste e ricci, l’occasione per il recupero è stato il California Lost Fishing Gear Recovery Project, un programma di pulizia delle coste californiane che si svolge tutti gli anni dal 2005.

Come un tale quantitativo di rifiuti così bizzarri sia finito in questi fondali è ancora un mistero e gli operatori che hanno partecipato alla pulizia hanno dichiarato che sul fondo parrebbero esserci ancora 300 water e altrettanti pneumatici.

Le operazioni, durate circa una settimana, si sono svolte ad una profondità di 25 metri lungo una scogliera poco distante da Malibù e il costo dell’iniziativa è stato di circa 30.000 dollari finanziati dal State Wildlife Conservation Board e dalle autorità marittime della California.

Le attrezzature da pesca disperse in mare, sommate ai detriti, possono danneggiare gravemente pesci, uccelli, foche e leoni marini oltre che nuocere al delicato ecosistema costiero californiano. Per tentare di contenere questi danni, nel 2005 è stato quindi avviato il programma California Lost Fishing Gear Recovery Project.

Dal 2006 più di 17 tonnellate di detriti e circa 600 chili di attrezzature per la pesca sportiva sono state raccolte nelle acque del California ma il vero record si è raggiunto col filo da lenza: i volontari ne hanno recuperato quasi un milione di metri, l’equivalente della distanza fra Trento e Brindisi.

Un vero record, anche se negativo.