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Si è svolto lo scorso marzo a Doha, in Qatar, il quindicesimo meeting del CITIES, Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna ad Flora, la convenzione internazionale nata nel 1974 che unisce oggi 175 paesi e il cui scopo è quello di salvaguardare tutte le specie viventi che corrono il rischio di scomparire.

Purtroppo i membri del CITES hanno rigettato per la seconda volta la proposta di regolamentazione del commercio di corallo rosso e rosa, i più rari e preziosi fra quelli in commercio. Secondo la risoluzione presentata, il rischio maggiore per tutta la popolazione di coralli è oggi la pesca che viene effettuata per rifornire il mercato internazionale, la cui elevata domanda ha contribuito all’esaurimento della maggior parte delle colonie conosciute di coralli rossi e rosa.

La mancanza di prove scientifiche e l’impatto che questa risoluzione avrebbe avuto sulla vita delle popolazioni costiere la cui economia è basata principalmente sulla pesca del corallo sono stati gli argomenti principali degli stati che hanno bloccato la risoluzione proposta da Svezia e Stati Uniti. Una delle specie che sarebbe stata protetta è il Corallium rubrum, presente nel Mediterraneo, che cresce fra i 10 e i 300 m di profondità e che nelle grotte della Sardegna si può trovare anche a meno di 10 metri.

Tra le altre proposte bocciate anche quelle riguardanti la salvaguardia dello squalo martello, del longimanus, dello smeriglio e dello spinarolo, quattro varietà ittiche di elevato valore commerciale che non sono state aggiunte negli elenchi delle specie a rischio e che quindi potranno continuare ad essere commercializzate senza bisogno di permessi dai membri del CITES.

Speriamo che per il prossimo appuntamento previsto a Bangkok nel [B]2013[/B], gli stati del CITIES tornino sui loro passi decidendo di proteggere tutte queste specie la cui sopravvivenza è oggi ancora in grave pericolo.

Fonte [url]http://www.cites.org/[/url]